Franceschini: “Figli nascano con il cognome della madre”. Come funziona l’iter per il doppio cognome in Italia?
- 26/03/2025
- Famiglia Popolazione
I figli appena nati prendano automaticamente il cognome della madre. La proposta arriva dal senatore del Pd Dario Franceschini che presenterà un disegno di legge sul tema. Si tratta di una “iniziativa personale”, una sorta di “risarcimento per una ingiustizia secolare”, ha detto il senatore.
La proposta di Franceschini e le critiche
La proposta arriva mentre Palazzo Madama discute alcune proposte in commissione Giustizia proprio sul tema del cognome: “Anziché creare infiniti problemi con la gestione dei doppi cognomi, stabiliamo che dalla nuova legge prenderanno il solo il cognome della madre. È una cosa semplice e anche un risarcimento per una ingiustizia secolare che ha avuto non solo un valore simbolico ma è stata una delle fonti culturali delle disuguaglianze di genere”, ha spiegato Franceschini.
La sua proposta, tuttavia, ha attirato critiche da entrambi gli schieramenti, allineati sul fatto che il Paese abbia altre priorità.
Da quando in Italia si usa automaticamente il cognome del padre?
Fino al 27 aprile 2022, in Italia era previsto per legge che i figli assumessero automaticamente il cognome del padre alla nascita, salvo rare eccezioni come il riconoscimento esclusivo da parte della madre in caso di genitori non coniugati. Questo automatismo, noto come “patronimico”, è stato abolito dalla sentenza n. 131/2002 della Corte costituzionale, che ha dichiarato illegittima questa prassi per promuovere la parità tra i genitori.
La sentenza ha – stabilito che sono illegittime tutte le norme che attribuiscono, automaticamente, il cognome del padre ai figli. Grazie alla riforma della filiazione arrivata dieci anni prima, l’interpretazione vale per tutti i figli (nati nel matrimonio, fuori dal matrimonio e adottivi). In base alla sentenza n.121/2002 è possibile dare il cognome di entrambi i genitori, nell’ordine che viene scelto, ma anche solo di uno dei due in base alla decisione di ogni coppia.
Una effettiva parità, tuttavia, è ancora lontana perché continua a mancare una legge che regolamenti una volta per tutte la materia. Già la Consulta ha sollecitato un intervento della politica sottolineando i rischi del doppio cognome. Le regole servono a evitare il moltiplicarsi dei nomi (portando il genitore con doppio cognome a sceglierne solo uno da passare ai figli) ed evitare che fratelli e sorelle abbiano cognomi diversi.
Come avere il doppio cognome in Italia
Dal 2022, i genitori possono scegliere come comporre il cognome del loro bambino al momento della nascita. Ecco le opzioni disponibili:
– Cognome paterno + cognome materno: si può fare anche senza il consenso del padre, che non può opporsi al doppio cognome;
– Cognome materno + cognome paterno: serve il consenso di entrambi i genitori;
– Solo cognome materno: anche in questo caso, serve il consenso di entrambi i genitori;
– Solo cognome paterno: richiede il consenso di entrambi i genitori.
Queste regole valgono anche per i figli nati fuori dal matrimonio.
Dichiarazione di nascita e tempi da rispettare
Per attribuire il cognome scelto al neonato, è necessario fare la dichiarazione di nascita rispettando questi termini di legge (D.p.r. 3 novembre 2000 n. 396):
– Entro 3 giorni, se la dichiarazione avviene presso l’ospedale o la clinica dove è nato il bambino;
– Entro 10 giorni, se la dichiarazione viene fatta al Comune di nascita.
Se non si richiede il doppio cognome materno con la dichiarazione di nascita, sarà necessario presentare un’istanza alla Prefettura da parte di:
– uno solo dei genitori, se si sceglie il solo cognome paterno o la combinazione “cognome paterno + cognome materno”;
– Entrambi i genitori, per tutte le altre opzioni.
L’aggiunta del cognome materno al momento della nascita è gratuita.
Se la dichiarazione di nascita è già stata fatta e si vuole aggiungere un secondo cognome, è possibile farlo presentando un’istanza alla Prefettura. Questa possibilità è aperta sia ai minorenni (tramite i genitori) sia ai maggiorenni.
Cosa si può richiedere con l’istanza alla Prefettura?
– Aggiunta del cognome materno;
– Aggiunta del cognome del marito;
– Aggiunta del cognome di un parente;
– Aggiunta del cognome del compagno della madre;
– Aggiunta del cognome di una persona estranea alla famiglia, ma con un ruolo significativo nella vita della persona.
I costi per l’istanza variano da 0 a 68 euro a seconda della richiesta.
La procedura alla Prefettura
La richiesta di aggiunta di un cognome segue questi passaggi:
- Presentazione dell’istanza: va consegnata alla Prefettura della provincia di residenza o del luogo di nascita. Serve una marca da bollo da 16 euro (gratuita se il cognome è ridicolo o vergognoso). Per i minorenni, la domanda deve essere fatta dai genitori o dal tutore;
- Valutazione della Prefettura: se ci sono problemi, verrà richiesto di inviare documenti aggiuntivi o osservazioni scritte;
- Decreto di autorizzazione: se l’istanza è accolta, la Prefettura rilascia un decreto che autorizza l’affissione della richiesta;
- Pubblicazione dell’istanza: il Comune di nascita e di residenza espone un avviso pubblico per 30 giorni. Chiunque abbia interesse può opporsi (caso raro);
- Chiusura della pubblicazione: trascorsi i 30 giorni senza opposizioni, il Comune rilascia un verbale che conferma l’affissione;
- Emissione del decreto definitivo: la Prefettura emette il decreto finale che concede il doppio cognome. Serve una seconda marca da bollo da 16 euro;
- Registrazione del nuovo cognome: si chiede al Comune di residenza di aggiornare l’atto di nascita e, se necessario, l’atto di matrimonio e i documenti dei figli.
Se il Comune di residenza è diverso da quello di nascita o matrimonio, si occuperà lui delle comunicazioni agli altri Comuni.
Come spesso capita, però, c’è un grossa distanza tra come dovrebbe funzionare e come davvero funziona. Alcuni cittadini ottenuto il doppio cognome solo dopo due anni dalla richiesta avanzata alla Prefettura di aggiungere il cognome materno a quello paterno.